Freud sosteneva che una forza intrinseca conduce verso la morte e la distruzione dell’essere umano. La cosiddetta “pulsione di morte”, o “Thanatos”, rappresenta l’istinto che spinge l’individuo verso la morte, la distruzione e il non-esistere, in contrapposizione con la forza vitale.
Da qualche anno, complice anche l’escalation mediatica che tende ad alimentare il fascino per il macabro, si è plasmata una nuova, a tratti inquietante forma di turismo: il “dark tourism”.
Il “turismo oscuro”: una definizione
Noto anche come “tanaturismo”, dal greco thanatos, che in psicanalisi indica appunto le pulsioni di morte, ha come destinazione luoghi palcoscenico per disastri e tragedie, leggende inquietanti, delitti efferati, vicini o lontani nel tempo.
Il termine “dark tourism” venne coniato nel 1996 da Lennon e Foley, due docenti del Dipartimento di ospitalità, turismo e gestione del tempo libero presso l’Università caledoniana di Glasgow.
Perché alcuni individui considerano certi luoghi affascinanti?
In alcuni casi potrebbe trattarsi di un mezzo per esorcizzare il timore della morte, la sua dimensione ignota, cercando di renderla tangibile e concreta. In altri, visitare luoghi teatro di efferatezze, morte o distruzione crea una sorta di empatia, di coralità di fronte al male, un qualcosa che lascia dentro un’impronta indelebile.
Oppure assistere alla morte in qualità di “spettatore” diviene una sorta di catarsi, come sosteneva Aristotele, che consente di affrontare “a distanza” e con distacco la paura più profonda di ogni essere umano. Del resto da sempre alcuni individui assistono all’orrore, dalle battaglie dei gladiatori nel Colosseo, alle impiccagioni che si svolgevano nelle piazze durante l’oscurantismo medievale ad esempio.
Dark tourism: alcune destinazioni
Le mete del dark tourism sono luoghi dove sono avvenuti decessi di massa ed esecuzioni, come i campi di sterminio o i campi di battaglia, ma anche luoghi legati alla cronaca nera, i cossiddetti “black spots”.
Non mancano i luoghi dove sono morte celebrità, viaggi verso i memoriali o luoghi di internamento, cimiteri, cripte e cenotafi.
Tra le destinazioni del turismo nero mondiale troviamo l’Ossario di Sedlec, in Repubblica Ceca, la “Chiesa delle ossa”, che custodisce oltre 40.000 scheletri umani appartenenti alle vittime della peste nera, disposti in maniera tale da creare un sistema decorativo che adorna gli interni dell’edificio.
Auschwitz-Birkenau, forse l’emblema del terrore da sempre e per sempre, un luogo surreale, macabro, allucinante, che non ha bisogno di presentazioni, dove ancora la morte impregna ogni elemento rimasto, dove sembra ancora di percepire il dolore delle anime nell’aria.
Chernobyl, dove si può fare visita al reattore numero 4 che esplose il 26 aprile del 1986 e alla cittadina fantasma di Pripjat, mentre in Cina la città di Wuhan, capoluogo della provincia dello Hubei è diventata una delle destinazioni più gettonate dalla popolazione locale poiché qui è scattata la scintilla del coronavirus.
Dark tourism negli Stati Uniti
Ci spostiamo in America, a Milwaukee, dove si è addirittura ideato un tour per gli “ammiratori” di Jeffrey Dahmer, serial killer responsabile di 17 omicidi, atti di cannibalismo, necrofilia e squartamento, durante il quale si tenta anche di evocare il suo fantasma.
New Orleans è una città da sempre legata all’occulto, al vampirismo, al voodoo, alle leggende ed alla stregoneria, considerata uno dei luoghi più infestati dai fantasmi al mondo. Qui visse il conte di St. Germain, che durante i banchetti non toccava mai cibo ed alla sua morte, nel 1784, nessuno vide il suo corpo, fino a che un individuo identico ed altrettanto ammaliante fece ritorno un secolo dopo!
In Giappone
Non possiamo non citare la foresta di Aokigahara, la foresta dei suicidi. Situata ai piedi del Monte Fuji, a 150 km da Tokyo, spaventosamente silenziosa a causa del vento che non riesce ad entrare tanto è fitta è un luogo davvero inquietante a causa del gran numero di suicidi che avvengono qui ogni anno. Abbandonando il sentiero principale ci si può perdere facilmente ed anche imbattersi in corpi impiccati, come è già accaduto in passato. Si dice che chi si suicida qui si trasforma in uno yurei, uno spirito maligno.
Questi sono soltanto alcuni esempi di questa nuova, inquietante forma di turismo che si sta diffondendo e che ci lascia molto perplessi. Cosa ne pensate?