
In questo post vi avevamo dato dei consigli per il vostro primo viaggio in Kenya, consigli che abbiamo “testato” personalmente nel Luglio di quest’anno! Oggi vi raccontiamo il nostro viaggio dell’anima in 4 parole: Africa, mare, persone, safari.




Africa
Tornare in Africa é ogni volta come tornare alle origini, al principio, alla scintilla del tutto. L’Africa è bella è colorata é schietta, dirompente e mostra sempre la sua essenza più pura. Gli alberi a volte crescono in orizzontale, piegati dalla potenza del vento, gli animali vivono con pienezza e dignità. Il meteo a volte a luglio è mutevole e bizzoso, imprevedibile, come dicono qui. In questo assomiglia all’esistenza, che può cambiare da un momento all’altro. Anche se il cielo é sereno possono formarsi delle nubi, può piovere in un’ istante, può alzarsi un vento fortissimo. Poi, all’improvviso, tutto torna come prima in alternanza eterna.






Il mare in Kenya
Il mare è un susseguirsi di sfumature cangianti dal turchese al blu, al nero al marrone delle alghe. Colori che si amalgamano, si impastano come pennellate dense e vivissime sulla tela dell’Africa. È un mare consistente, vivo, in perpetuo ed incessante mutamento. Un mare sempre uguale e sempre diverso, che avanza ed arretra assoggettato ai capricci delle maree.






Le persone in Kenya
In Africa le persone vedono la ricchezza in un modo differente da quello che intendiamo noi. Gli individui collaborano per qualsiasi cosa, che si tratti di piantare un chiodo o di costruire una casa. Lo fanno ”pole pole” come dicono loro, piano “piano piano”, con lentezza, magari cantando. E poi ci sono i bambini, che ti corrono incontro sorridendo, con il loro abbigliamento di fortuna, che ti guardano con i loro occhi pieni di immenso, che ti abbracciano forte. Non servono le parole, non importa se si parlano lingue diverse. La comunicazione passa attraverso un linguaggio che non si vede, ma che tocca le corde dell’anima. Tenerli per mano, ballare e cantare con loro è una riconnessione con i sentimenti più puri ed ancestrali, che ti fa dimenticare la frenesia del nostro mondo, facendoti vivere il qui ed ora.



Safari
Safari letteralmente significa “viaggio”. Ed è così che andrebbe interpretato e vissuto un Safari, come una scoperta, un’impresa, una sorta di miracolo. Un Safari non significa inseguire in maniera forsennata gli animali pur di scovarli e vederli. Non significa rincorrerli, braccarli pur di fare una foto. Significa entrare in punta di piedi nel loro mondo in modo etico, rispettando il loro ambiente, il loro modus vivendi. Osservarli in silenzio senza interferire nelle loro esistenze, spettatori di uno spettacolo di improvvisazione che potrebbe risolversi in un’infinità di finali diversi, con la consapevolezza e la meraviglia che anche un’orma o una traccia hanno un valore, che non è scontato riuscire a vedere tutti gli animali, ma non per questo il Safari ha meno valore.
Gli animali devono essere rispettati perché non sono attrazioni. Interagire con l’essere umano per gli animali selvatici è innaturale, una forzatura che può rappresentare un pericolo sia per noi che per loro.
Entrare nella savana è come accedere ad un mondo primordiale, fatto di silenzio, polvere ed arbusti contorti che nascono dalla terra rossa. È aguzzare gli occhi per cercare, ma in lontananza, la sagoma di qualche animale che si sposta, lentamente, guardingo, elegante. Nella savana si imparano la pazienza, l’attesa, il movimento, fluido e pacato, perché la fretta ed il rumore sono errori che non perdonano. E si impara la bellezza, quella fiera di un leone che passa o geometrica come le strisce di una zebra, ma anche quella cruda del cerchio della vita, nel suo ciclo di morte e rinascita.
Viaggiare è bellezza
Ogni volta che si viaggia, ci si devono riempire gli occhi di bellezza, una bellezza così enorme che sembra straripare, da poter essere contenuta in tutta la sua pienezza. Si devono cogliere ogni dettaglio, ogni sfumatura, ogni colore, ogni palpito per poterli incorniciare ed appendere alle pareti della nostra anima una volta tornati a casa. Immagini vivide, che vorremmo non si sfuocassero mai, imprimendosi per sempre nella nostra labile memoria, vorremmo che restassero almeno i negativi per poterli stampare e ristampare ancora.Perché viaggiare è anche questo, creare nuovi ricordi che vanno a sovrapporsi a quelli esistenti, magica tavolozza che racconta la nostra vita.